Periodo Romano

Medio Evo ...dal Medio Evo ... ad Oggi

Dopo la II Guerra Mondiale…..

  «…Dopo la II Guerra Mondiale la pesca continuò a vivere momenti  di alta drammaticità perché il Golfo dell’Asinara era seminato in lungo e in largo di mine. I dragamine lavorarono sodo per molto tempo, ma nessuno pensò di riuscire a ripulire interamente il mare da quei  micidiali ordigni di morte. E di queste mine vaganti, semisommerse o adagiate sul fondo, il Golfo dell’Asinara rimase invaso per oltre un quinquennio. E anche a distanza di mezzo secolo dalla seconda guerra mondiale non è un caso eccezionale che nel sacco della rete dei pescatori finisca qualche mina ancora in piena efficienza.» (pag.211 op.cit.)

  Nonostante la fine della Guerra e il ritorno della pace, per i pescherecci portotorresi la situazione non era facile; sono numerosi gli episodi di ritrovamenti, a volte drammatici, di mine.

Per alcune testimonianze si rimanda alla sezione approfondimenti

 

Seconda Guerra Mondiale: la carcassa della nave LIVE, carica di grano, prima affondata nel corso di un’ incursione aerea e in seguito nuovamente colpita dal sommergibile che affondò l’Onda.  

   

Lo scafo dell’ Onda dopo il laborioso recupero.  

 DIAMO UNO SGUARDO SUI DATI DEMOGRAFICI

  Abitanti del Comune di Porto Torres

Nell’anno 1901

Abitanti   4225

Nell’anno 1951

Abitanti   9118

Nell’anno 1979

Abitanti  21163

Nell’anno 1999

Abitanti  21322

 

Questo notevole aumento della popolazione è legato non  solo alle mutate situazioni storiche, in un secolo, il XX, caratterizzato da drammatici episodi, come le due Guerre Mondiali, ma anche dalle proposte economiche offerte dall’industria petrolchimica.  

Parte centrale del porto nel passato. Domina la Torre Aragonese che ha su un lato il largo edificio della Capitaneria, più tardi demolito.  

 

Situazione del Porto negli anni ‘50

  La darsena e la nuova darsena non esistevano; il mare era aperto e comunicava direttamente con lo Scoglio Lungo. La banchina di Levante era collegata con la scogliera, nella zona aperta c’era la Conca d’Oro, detta così perché era un meraviglioso tratto di mare verde, dove ci si faceva il bagno. Fino ai primi anni ’60 c’era il Lido e l’acqua era bassa, ma successivamente si scavò e si fece un “banchinamento”. Sorsero così la darsena e la nuova darsena, nata quest’ultima per barche da diporto.

Non esisteva il porto interno, cioè quello compreso tra la banchina della Dogana sud-ovest, la banchina della teleferica e il molo di protezione, che è quello dove attraccava la Tirrenia. Le navi di allora erano talmente piccole che potevano essere contenute a sufficienza. Le navi avevano una stazza lorda di 1000/1500 tonn.  solo in via eccezionale, mediamente era, infatti, più bassa. C’era anche un traffico di piccolo cabotaggio, cioè barche che facevano Porto Torres e la Maddalena. Non esisteva il faro attuale ma ce n’era un altro più piccolo che era posto sulla Torre Aragonese e che aveva una portata molto più limitata del faro attuale.

Portotorres era un ufficio Circondariale marittimo, cioè un grado inferiore rispetto a quello attuale e al comando c’era un Capitano di Porto che dipendeva da Olbia che era Compartimento marittimo. (cfr, informazioni tratte da “lavoro alunni II circolo didattico 1979-80)

  Porto Torres viveva in prevalenza dai suoi traffici, dal commercio portuale. Lavoravano nel porto: spedizionieri, portuali (occasionali e permanenti) raccomandatari, manovali, spazzini, industriali, ingegneri, geometri,….C’erano collegamenti con i principali porti marittimi italiani, inoltre la Compagnia di Navigazione “Concordia Line”, collegava il nostro porto con quello di New York. La linea celere-diretta Porto Torres- New York si sperava desse buoni frutti.

Esisteva la “scuola marinara di Porto Torres, sorta per volere del Comune, contava 90 allievi, distribuiti in tre classi (I-II-III). La prima classe ha lo scopo di orientare le attitudini del ragazzo,; la seconda e la terza portavano al conseguimento della patente di “padrone marittimo”, oppure di meccanico di II classe. Tutti gli allievi avevano il privilegio di essere iscritti di diritto “fra la gente di mare “ di I categoria. Con la patente di “padrone marittimo” ci si poteva imbarcare come ufficiale su navi di carico, non superiori alle 1600 tonnellate, naviganti entro gli stretti del Mediterraneo. Si poteva anche comandare navi di qualsiasi tipo con stazza lorda non superiore alle 1000 tonnellate., sempre nel Mediterraneo.( Informazioni tratte da “Saldigna di G. Manca e dal dott. A. Mundula)

Abbiamo raccolto informazioni su questi anni, in particolare gli STUDI  DEL 1952 di A. DIANA pubblicati nella sua opera”Per il miglioramento del porto turritano”, a cui si rimanda nella sezione approfondimento; in essa  è possibile trovare anche un dettaglio sui vari piani regolatori che si sono susseguiti nel tempo)

Uno scorcio dell’ area portuale,

 oggi completamente

 trasformata.  

 

Altra immagine del porto 

prima

 dei lavori di trasformazione.  

L'INIZIO DELLA RINASCITA

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