Il Parco Regionale di Porto Conte, situato a nord di Alghero e nel cui comune è interamente ricompreso, si estende per 5.350 ettari e 60 Km di costa.

Il Parco ha inizio con la laguna del Calich per proseguire verso la costa, includendo il sistema del Monte Doglia, fino all’ampio golfo di Porto Conte che è protetto dai promontori di Punta Giglio e Monte Timidone-Capo Caccia. L'area marina protetta abbraccia il prospiciente tratto di mare, fino alla Punta Cristallo a nord-ovest.

Geologia

La quasi totalità del territorio del parco e costituita da formazioni calcaree, in parte con falesie sul mare tra le più alte del Mediterraneo (P.Cristallo, 326 m.). Molto diffuso il carsismo che si manifesta con grotte emerse e sommerse. Celeberrima, nello sperone roccioso di Capo Caccia, la Grotta di Nettuno, che si sviluppa per 2500 m. e che è resa suggestiva dal lago salato che l’attraversa e dalle fantastiche concrezioni. Davanti alle alte, spettacolari falesie dello stesso Capo Caccia si staglia l’Isola Foradada, un frammento di costa staccatosi in tempi geologici, dall’aspetto impervio, “forata” da parte a parte da una grotta scavata dal mare (Grotta dei Palombi); più a nord, l’Isola Piana, dal tipico profilo tabulare.


Vegetazione

Il patrimonio floristico dell’area del Parco è caratterizzato dalla massiccia presenza della palma nana, unica palma spontanea europea presente nel Mediterraneo e specie simbolo del Parco.

La vegetazione prevalente è la tipica macchia mediterranea, con la presenza di alcuni endemismi tipici, tra cui la famosa Centaurea horrida, pianta esclusiva del nord-ovest sardo, l’Anthillis barbajovis e il Limonium nymphaeus.

Tutte le aree gestite dalle Foreste Demaniali sono state interessate da un massiccio rimboschimento a pino, eucaliptus e acacia salina.


Fauna

Nell’area del Parco sono state segnalate 35 specie di mammiferi e ben 150 di uccelli, fra i quali ultimi rivestono particolare importanza gli uccelli marini che nidificano tra le falesie (berta maggiore e minore, uccello delle tempeste, gabbiano corso, marangone dal ciuffo) ed i rari esemplari di falco pellegrino e di grifone.

Il grifone (Gyps fulvus), è un grande avvoltoio dall'imponente apertura alare (circa 2 m.) considerato tra i più grandi viventi in Italia. Purtroppo tale specie è in estinzione nel territorio nazionale e sono presenti soltanto una decina di coppie nel comprensorio costiero più impervio tra Capo Caccia e Capo Marargiu. La coppia cova un solo uovo ed è quindi a rischio anche la sopravvivenza per il fatto che i grifoni si nutrono di carcasse di animali, non comuni come nei decenni passati. Nell’ area del Parco esiste un carnaio continuamente rifornito di carcasse di animali, serbatoio alimentare per i grifoni.

Nell’area del parco è presente la Foresta Demaniale Porto Conte, all’interno della quale ricade l’oasi faunistica dove sono state reintrodotte specie quali i cavallini della Giara, i daini e gli asini.


Ambiente Marino

La presenza di cavità e grotte sottomarine rappresenta uno degli aspetti caratterizzanti della fascia costiera del Parco. Un tale numero di grotte che vengono annoverate tra le più suggestive e affascinanti del Mediterraneo, non solo per la conformazione ma anche per la presenza di organismi unici per la loro bellezza e rarità. Una citazione particolare va fatta per le colonie di Corallo rosso (Corallium rubrum) che formano anche esili ramificazioni di pochi centimetri. Il corallo tra l’altro è uno dei simboli di Alghero. Sono presenti tutte le specie ittiche più comuni del Mediterraneo e fra i crostacei non può essere dimenticata l’aragosta Palinurus elephas. Nella baia di Porto Conte si sviluppa una enorme prateria di Posidonia oceanica, luogo ideale per la riproduzione dei crostacei, dei molluschi e dell’ittiofauna. Il naturale riparo del golfo offre alla prateria di posidonia le condizioni ecologiche ideali per la sua diffusione. Tra le specie che qui vivono e che rivestono un certo interesse naturalistico si possono citare il bivalve Pinna nobilis ancora presente in piccoli gruppi.


Vicenda storica

Il golfo di Porto Conte (il “porto delle ninfe” dei romani) è uno dei tratti di costa più belli dell’isola e per questo ampiamente turisticizzato. E’, inoltre, uno dei porti naturali più grandi del Mediterraneo.

Il territorio del parco è frequentato già nel neolitico antico (Grotta Verde, VI millennio a.C.), e dai nuragici (Nuraghe Palmavera e Sant’Imbenia).

Sicuramente utilizzato anche dai fenici e punici, vede un ampio insediamento dei romani, testimoniato dai resti di Sant’Imbenia.

In epoca medievale lo sviluppo di Alghero fa perdere importanza al porto naturale. Le continue incursioni barbaresche inducono i nuovi dominatori aragonesi a dotare il golfo di numerose torri. Le torri di Porto Conte e di Capo Galera, tra le più grandi, erano dotate di guarnigione e di cannoni. Le altre torri, come quella di Tramariglio, del Bollo, della Pegna erano dotate di sentinelle per l’avvistamento e l’allarme.

Anche a causa della malaria Porto Conte conosce diversi secoli di abbandono, fino ai primi anni 30 del novecento. La zona si ripopola grazie alle opere di bonifica fondiaria (nel 1936 viene inaugurato il vicino borgo di Fertilia) e alla creazione di una colonia penale agricola. Nel 1937 a Porto Conte viene inaugurato l’idroscalo per una linea aerea che collegava Alghero con Roma-Ostia.  

Dopo la guerra, nel 1961 viene chiusa la colonia penale e Porto Conte diviene definitivamente un apprezzato sito legato al turismo (nelle sole grotte di Nettuno oltre 100 mila visitatori all’anno).

Dal 1999 la Regione Sardegna vi ha istituito il Parco Regionale e, successivamente, il Ministero dell’Ambiente l’Area Marina Protetta.

Per approfondimenti:
sito del Parco www.parcodiportoconte.it

scheda Aree Protette






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