L’età giudicale e medievale

In età medievale l'importanza di Porto Torres è legata al suo status di sede episcopale, Turris compare come una delle cinque sedi episcopali della Sardegna già nel 484. Durante l'altomedioevo incursioni vandale e successivamente saracene indebolirono la vitalità del centro urbano e del suo porto. Risulta comunque improbabile che la città sia stata completamente abbandonata durante questo periodo.

Più tardi, con il sorgere dei giudicati la città divenne nuovamente un importante centro urbano del Giudicato di Torres. Lo testimonia il fatto che il giudicato prende il nome proprio da questo centro che fu anche una delle sedi dei giudici di Torres.

In Sardegna, nel periodo medioevale, si formarono i quattro giudicati sardi di Calari, Arborea, Gallura e Torres (o Logudoro) che erano dei regni completamente indipendenti, in virtù dell’espansione araba nel Mediterraneo. A capo di ogni Regno vi erano il monarca denominato Giudice e un Consiglio. Il giudicato di Torres aveva i propri limiti nel mare a nord e ad ovest, nella catena del Goceano a sud, nei monti della Gallura e nel corso del fiume Coghinas ad est.

La città di Torres grazie al suo porto, che era il migliore della Sardegna nord-occidentale, sviluppa rapporti commerciali con Genova e Pisa. Infatti la sua posizione aveva un ruolo strategico in quanto era una tappa obbligata specialmente nei mesi invernali.

Infatti il porto ridiventa centro di attivi commerci e si stabiliscono rapporti commerciali con i mercanti pisani e genovesi.

Successivamente i pisani adeguarono le strutture del porto alle loro esigenze realizzando strutture per il deposito delle merci.

Questa iniziativa portò enormi vantaggi alla struttura urbana , che si trasformò ampliandosi, e alla popolazione locale che si arricchì grazie al contatto con nuove genti.

Ma nel giudicato sardo con i mercanti giunsero anche i monaci che contribuirono alla costruzione di monasteri e chiese. Infatti l'espressione artistica che meglio esprime l'originalità della Sardegna giudicale è l'architettura romanica che comprende un numero considerevole di chiese e castelli, che rappresentano uno degli elementi più significativi dei paesaggi storici isolani.

Tra la seconda metà del XI secolo e l’inizio del XII secolo termina la costruzione della grande Basilica romanica di San Gavino, la più grande basilica romanica della Sardegna, sorta su un'area cimiteriale paleocristiana.

Il centro perde d'importanza nel momento in cui Sassari da semplice "villa", nel corso del XIII secolo, diventa comune.

In seguito arrivarono gli Aragonesi che si instaurarono nell'isola e finirono col diventarne i padroni.

La Sardegna rimase sotto la dominazione spagnolo-aragonese dal 1323 al 1713.

Col disgregarsi del potere giudicale il centro costiero diviene satellite del Comune sassarese e suo porto, sino a quando nel 1441 perde anche il titolo di sede vescovile in favore di Sassari.

L’abbandono della città e le continue incursioni barbaresche inducono alla costruzione di un presidio militare, la Torre del Porto, posto a difesa del porto e dei traffici mercantili.

In quell'epoca Porto Torres insieme ai vicini centri di Sassari, della Romangia e dell'Anglona settentrionale, stava vedendo l'affermazione del dialetto sassarese, tutt'ora parlato fra i vari idiomi.






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